Quando Fabio mi ha proposto di seguirlo durante un viaggio di lavoro in Austria, confesso di essere stata un po’ scettica. Dopo il viaggio in solitaria a Copenhagen, non ero pronta a ripartire per un’altra meta estera. Inoltre quel Paese non mi aveva mai più di tanto incuriosito. Anzi, forse a causa delle numerose vacanze trascorse in Sud Tirolo, a cui per motivi storici associavo una certa somiglianza, lo consideravo qualcosa di già familiare e quindi privo di particolare attrattiva. Ebbene, ho dovuto ricredermi.
Partiamo a metà febbraio, periodo sicuramente tra i più freddi per una visita del Paese. La destinazione è Graz, città capoluogo del Land della Stiria. Mi tratterrò per un paio di settimane e seguirò un corso di tedesco presso la scuola Deutsch in Graz.
Un parco dipinto come un quadro paesaggistico
La prima impressione della città non è delle migliori: le strade mi appaiono abbastanza sporche e traspare una certa trasandatezza generale. È domenica pomeriggio, perciò scegliamo di visitare il Castello di Eggenberg, appena una quindicina di minuti di tram dal centro. Le stanze all’interno del castello in questa stagione sono chiuse al pubblico, e ci è permesso di accedere unicamente al parco.
L’atmosfera è molto poetica. Leggendo la storia del parco scopro che è stato concepito nel 19° secolo come un living landscape painting, secondo l’ideale romantico dell’epoca di una natura libera da costrizioni – in contrapposizione al precedente modello barocco. Mi soffermo a fotografare una piccola colonia di pavoni che si mette in mostra per i visitatori. La presenza di neve sul prato rende il tutto più magico.
Il Carnevale
Il primo giorno di scuola è un martedì e mi viene detto che il pomeriggio non ci sarà il workshop previsto. È mercoledì grasso e la scuola rimarrà chiusa per permettere a tutti di partecipare al Carnevale in centro città. Scopro così che in Austria il Carnevale è una festa di antica tradizione. Al termine del corso scendo in strada e inizio a notare bambini e persone di ogni età travestite. La sfilata dei carri è prevista a partire dalle 14:00. Musiche festose, odore di krapfen e lanci di coriandoli creano immediatamente l’atmosfera allegra tipica di questa festa. I festeggiamenti sono contagiosi e mi lascio anch’io trasportare dalla folla.
I cattolicissimi austriaci
Il weekend successivo decido di indossare le scarpe da running e avventurarmi fino al castello Schlossberg, che sovrasta la città dall’alto. Salgo la scalinata che conduce fino in cima e osservo la città. Qualche fiore è già sbocciato e preannuncia l’arrivo della primavera. In lontananza intravedo la cupola della Franziskanerkirche, una delle numerose chiese cattoliche di Graz.
Durante questo viaggio rimango colpita da quanto la religione cattolica sia parte integrante della vita degli austriaci. La chiesa è un luogo di aggregazione molto frequentato. Inoltre in città ci sono alcuni negozietti che propongono iniziative e viaggi organizzati dalle parrocchie per chi lo desideri. La mia sensazione è che qui, più che in Italia, si frequenti la chiesa certamente come luogo per socializzare ma anche per mettere davvero in pratica quelli che sono i precetti della religione cattolica. Alcune chiese hanno all’esterno degli armadietti in cui si può lasciare cibo per i poveri o per i più bisognosi. Forse sono io che sono a digiuno di vita da parrocchia da tempo, ma noto un’inconsueta dote di pragmatismo.
Il museo di Graz e l’armeria
La domenica ci dedichiamo alla visita delle attrattive culturali di Graz. Al mattino visitiamo la Kunsthaus Graz. Il museo, che ospita principalmente mostre d’arte contemporanea, ci colpisce soprattutto per il design che ricorda quello di una bolla blu biomorfa.
Nel pomeriggio prenotiamo la visita alla Landeszeughaus (l’armeria della Stiria). L’armeria conserva 32.000 oggetti, disposti su quattro piani, ed è una delle più grandi al mondo. Le armature medievali sono scintillanti, e ci fanno ripiombare in un tempo di ferri e di spade, dove la guerra faceva parte integrante della vita di tutti. Rimaniamo affascinati da quegli oggetti, ma terminiamo la visita ben contenti di non essere nati in quell’epoca.
Il nostro weekend viennese
Un caro amico conosciuto a Grenoble vive attualmente a Vienna. Decidiamo di andarlo a trovare. Il venerdì sera saliamo sul comodo ed economico Flixbus che raggiunge la città in due ore e mezza. La sera stessa usciamo per un giro delle vie del centro, e raggiungiamo lo Stephansdom (Cattedrale di Santo Stefano). Dall’esterno noto qualche somiglianza con il Duomo di Milano.
Si tratta del weekend più freddo dell’inverno dato che è previsto l’arrivo in Austria e su tutta l’Europa della corrente d’aria gelida Burian. Nonostante ciò non ci scoraggiamo, e decidiamo di partire alla scoperta della capitale. Dopo un’ottima colazione in un panificio/ bar situato nel nostro quartiere, raggiungiamo il Museumsquartier (Quartiere dei Musei). Qui ammiriamo i sontuosi palazzi e le architetture della Maria-Theresien Platz. Si percepisce il passato di città imperiale.
La domenica visitiamo lo splendido castello del Belvedere. Capolavoro dell’architettura barocca, fu realizzato dal principe Eugenio di Savoia. È composto da due palazzi contrapposti, il Belvedere Superiore e Inferiore, separati da un giardino alla francese. Visitiamo il Belvedere Superiore, ora sede di un importante museo. All’interno sono conservate collezioni di pittura, il celebre bacio di Klimt – che come ogni quadro eccessivamente famoso, risulta un po’ una delusione – svariate opere di Schiele. Quest’ultimo ci colpisce particolarmente.
Egon Schiele e la violenza espressiva
Dalle opere di Schiele traspare una forte inquietudine e tormento. Si percepisce che a realizzare quelle opere, così marcatamente espressioniste, non può essere stata che una persona profondamente turbata – oppure troppo cosciente della realtà a mio avviso. L’artista, che trascorre la propria vita in un’altalena costante fra salute mentale e follia, riesce a trasmettere il disagio interiore dei suoi personaggi nelle proprie opere.
Ne “L’Abbraccio” (O “Gli Amanti”) la stretta fra uomo e donna è colma di disperazione. È un avvinghiarsi per trarre forza l’un l’altro nell’affrontare la durezza della vita. È il 1917 e fuori infuria la Prima Guerra Mondiale. Il pittore teme di perdere la propria amata, alla quale si aggrappa e nella quale cerca rifugio come un bambino con la propria madre. Schiele morì a soli 28 anni di influenza spagnola, tre giorni dopo la morte della moglie, incinta di sei mesi. Aveva assistito alle sua terribile agonia, e l’aveva più volte ritratta.
Impressioni mitteleuropee
Anche questo periodo austriaco è giunto, purtroppo, alla fine. Ritorno in Italia davvero contenta di essermelo concesso. L’Austria mi è piaciuta molto. Graz mi è apparsa una città vivibile ma alla quale non manca nulla in quanto ad offerta culturale – soprattutto musicale – e ambiente internazionale. Vienna è una capitale sorprendente, vista di sfuggita nel breve tempo di un weekend ma nella quale mi riprometto di tornare. L’Austria è sicuramente un Paese ben organizzato, come da tradizione germanica, ma meno rigoroso della Germania e quindi per certi versi imperfetto. Ricco di tradizioni, fortemente cattolico, è più vicino culturalmente all’Italia, con i suoi pro e contro.
Graz è fantastica ci andiamo spesso perché abitiamo in friuli venezia giulia e il salto in Austria è breve!
Bell’articolo e bel viaggio, adoro l’Austria. Ciao Vale a presto
Mi hai fatto vivere un sogno con questo articolo. Io vivo di arte in tutte le sue forme e qui mi ci sono persa volentieri. I dipinti, il museo, segnerò l’Austria come prossima meta. I miei genitori ci sono stati 5 anni fa e ne sono rimasti affascinati. Voglio vivere anch’io quest’avventura.
Non sono mai stata a Graz ma mi piacerebbe molto. Egon Schiele da solo vale la pena del viaggio!
Ciao Valentina ti ricordi di me ? Come stai ? Complimenti per l’articolo e avanti tutta!
Ciao Simona! grazie! certo che mi ricordo 🙂 allora ci vediamo al Blogging camp? 🙂
Leggendo il tuo articolo mi sono resa conto che programmo da tempo un viaggio in Austria, ma poi cambio sempre destinazione. Devo rimediare…